Sul limitare dell’aria aperta accanto a una finestra spalancata

Valentina Garbagnati | Jaya Cozzani

Legno, erba

Dimensioni variabili

2012






La soglia, luogo di demarcazione, orizzonte in cui s’incontrano elementi differenti. Dove è possibile incontrarsi se non sulla soglia tra l’uno e l’altro? Due linee che s’incontrano in un punto centrale, grazie a una flessione  interna, pongono una tensione pari all’energia impiegata nel tempo del dialogo. La soglia è una possibilità che non si esaurisce, ma si sviluppa nel tempo. Il passaggio dello spettatore è nel vuoto creatosi dall’incontro delle linee e le pareti della soglia. Un dialogo fra natura e struttura in cui l’abbraccio è l’incontro.

All’interno dello spazio è visibile il nostro processo di lavoro, fotografie, disegni e un dialogo a raccontare ciò che è avvenuto nel confronto. È stato proprio in questo frangente che ciascuna di noi ha scelto e portato all’attenzione dell’altra un materiale, sono così venute alla luce l’asta di legno e l’erba; che abbiamo scelto di presentare il giorno dell’inaugurazione a sintetizzare il processo. Siamo partite dall’idea di stanza in una stanza (la tenda) passando per l’idea di un luogo unico in cui superficie interna ed esterna coincidono (bottiglia di Klein). La bottiglia è stata disegnata con l’erba, elemento che poi è stato ritradotto nella forma circolare per essere successivamente messa in relazione con un lavoro di Valentina. Parallelamente la retta è stata messa in tensione, da dritta è divenuta curva e la sua geometria è stata messa in relazione con un lavoro di Jaya. Le due situazioni sono state unite al fine di creare una sola installazione complessiva. Da questo punto è stata sottratta la singolarità di ciascuna di noi, i nostri lavori, lasciando gli elementi con cui i lavori si sono relazionati: erba e legno. Da qui abbiamo iniziato a lavorare su questi due elementi, sperimentando le tensioni e i cambi di superficie.




Iter

STEP 1
Jaya: L’idea di tenda come luogo di condivisione è nata nell’ipotesi del nostro viaggio verso Documenta (manifestazione internazionale d'arte contemporanea) e il suo diametro per il piccolo spazio di Lerici è stato un input.  La tenda aperta è esplosa collassando all’interno fino a spezzarsi.
Valentina: Quando sono giunta a vedere il luogo abbiamo pensato a una modalità per entrare in una pratica condivisa. Come primo approccio volevamo confrontarci con i nostri lavori, ricercando un canale di comunicazione. Così la metodologia è stata quella di portare dei lavori che credevamo adatti al confronto e scegliere un materiale, l’intenzione era di dare vita a una colonizzazione.

STEP 2

V: . La “bottiglia di Klein” è un elemento matematico che da l’unione di interno esterno in una sola superficie; ho voluto disegnarla sul pavimento con l’erba. Ho scelto l’erba poiché ho pensato al suo profumo e mi piaceva poterla riportare in un ambiente che non ha mai avuto quest’esperienza, astraendo l’elemento, facendolo divenire altro da sé di modo che fosse l’odore a richiamare la sua provenienza
J: Cercando di trovare un equilibrio fra Natura (Erba) e Struttura (Spazio), il gesto è stato la spinta. Dapprima, indirizzando l’Erba sulle pareti piastrellate trovando dei segni, formando un punto (cerchio) nel quadrato sul pavimento, trovando un punto d’incontro fra forza assente e presente / presenza di un’assenza.
V: Dopo l’azione di Jaya sono entrata nello spazio ed il mio pensiero si è adagiato in questa spesso manto circolare erboso, dietro sé tracce dei fili rimasti attaccati al muro, ricordo di un’azione passata; come l’ombra del sale racconta gli schizzi del mare ormai evaporato. La costruzione del cerchio ha dato la nascita di uno spazio tra il soffitto e il cerchio stesso, un luogo invisibile alleggerito dal peso gravitazionale dell’erba tagliata. Ho scelto di inserire qui il mio lavoro, che parla dell’esperienza di uno spazio collassato su se stesso.
J: Una retta di legno, azzeramento delle identità individuali perché oggetto universale.
V: Appena ho visto la retta ho pensato a mettere l’oggetto in tensione con se stesso nell’interno dello spazio in una posizione forzata, trasformando la retta in una curva.
J: Ho disposto il mio lavoro in rapporto a ciò che era intorno. Uno sguardo alla stessa altezza. L’incontro tra le linee immaginarie coincide con la fuoriuscita di una porzione di spazio di esse (la retta di legno). In seguito, togliendo il nostro lavoro si è evidenziato “Il ponte di collegamento” Nel paesaggio della stanza sono rimasti il pane di erba e la retta: è iniziato così il dialogo tra noi e i materiali.

STEP 3

J: Il vivo confronto è stato necessario per alimentare la tensione fra noi, lo spazio e ciò che volevamo restituire .
V: Abbiamo messo a nudo il nostro lavoro e definendo i termini accumunanti, reiterando l’idea di spazio vuoto.
J: Tornando al punto di partenza c’è stata una scissione per cui abbiamo intrapreso diverse strade.
V: Creazione di un paesaggio interno. I tavolini di Lerici: ho visto i tavolini del bar a fronte dello spazio, nella salita ai piedi della scalinata per il Castello di Lerici da piazza Garibaldi Ho notato che ai tavolini sono stati modificati i piedi, così che potessero mantenere un piano piatto indipendentemente dal fatto che stessero su un pendio. Così ho pensato di spostare i tavoli sul pavimento dello spazio, in piano, la funzione dell’appoggio è venuta a meno, a favore di un nuovo spazio creato: una superficie ondulata, sollevata dal pavimento per l’altezza delle gambe del tavolo che supportano un paesaggio astratto fatto di colline e discese tangenti con successivi dirupi improvvisi.
J: Onda (curva)_Tensione(disequilibrio)_Trasparenza (spazio mancante).
V: L’erba doveva tornare fuori, alla sua provenienza. Il legno doveva tornare alla sua tensione che lo trasforma da retta a curva. L’incontro di due rette (noi) in tensione fino a stringersi nella soglia.
J: L’idea di spazio e il punto d’incontro di queste due tensioni contrastanti si è azzerato sulla soglia.