Senza titolo

Eva Constance B. Vadalà | Aurora Pornin

Mixed media

Dimensioni variabili

2012










Ogni persona è il risultato del suo passato ma è il presente che conta.



Il lavoro nasce dalla necessità di trovare un punto d'incontro fra culture differenti, quella che ci appartiene, francese e norvegese, e quella in cui abbiamo scelto di vivere, italiana. Le conversazioni sul concetto di albero, radice e frutto ci hanno portato a elaborare, tramite materiali naturali, una struttura ramificata. Si é cercato di trovare un'armonia fra lo spazio e gli elementi: il legno “arrugginito” e la forza del cristallo. La colorazione dell'acqua é realizzata pensando a quanti rossi, verdi, blu e bianchi sono all'interno delle tre bandiere così da non creare distinzioni. Ciò che ci identifica non é nel risultato, ma nell'assorbimento all'esperienza che ci nutre e ci restituisce il fluire della vita: é ciò che siamo oggi.

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Caro Spettatore,



Ci siamo incontrate diverse volte ma sempre di sfuggita, e il nostro primo incontro è avvenuto di fronte a un caffè e una focaccina, in piazza Garibaldi. Conversando sulla nostra cultura, quella norvegese e francese, sul cibo italiano come materia e/o materiale possibile, ci siamo ritrovate sulla nostra scelta di vivere in Italia.

La questione delle radici spontaneamente ci ha portato all’idea di albero.

Il giorno successivo visitando i rispettivi atelier abbiamo scelto alcuni materiali tra cui la lana rossa, la stoffa (tarlatana, iuta), la corda, il legno del mare e il ferro che ci accomunano perché naturali e grezzi. Parlando dell'albero siamo arrivate all'idea di frutto inteso come risultato, conseguenza, effetto di ciò che si ricava da un’attività. Notiamo nella nostra conversazione, sulle radici che le nostre bandiere portano gli stessi colori ed è affiorata un’immagine nella mente: tre alberi realizzati utilizzando delle tavole e della lana di colore rosso, bianco, blu e verde che si intrecciano e vanno a congiungersi per formare un contenitore. In una delle giornate davanti a un caffè, pensando ad alcune parole per indirizzare il nostro lavoro, notiamo che nelle bustine dello zucchero, c'è scritto Meet (incontra), Think (pensa), Play (gioca) quasi a indicarci la combinazione.

Il simbolo di questo evento è la magnolia.

L’ultimo giorno, nello spazio, si è tentato di scomporre e comporre gli elementi scelti in diverse combinazioni. Pensando all'idea dell'assorbimento e non tanto al residuo (frutto) come possibilità di maturazione verso l'alto c’è apparso il bicchiere e il filo bianco. Nel nostro vivere insieme abbiamo accumulato, durante le cene, i bicchieri usati installandoli direttamente nello spazio e usandoli come contenitori delle nostre conversazioni. L'ultimo tentativo, quello definitivo, è stato di capire la disposizione degli elementi in riguardo allo spazio; si è trovato nel soffitto il luogo di concentrazione delle energie, il centro da cui si sono diramati i fili bianchi. Quest'esperienza, ci ha arricchito e alleggerito.



Un caro saluto,
Aurora e Eva Constance